Il mistero del calzino spaiato

C’è una questione grave che non riesco mai a risolvere, è il mistero del calzino scomparso.
Per quanto mi impegni, e giuro lo faccio veramente, spesso e volentieri mi ritrovo con i calzini spaiati.
Non ho ancora scoperto come questo succeda, se scompaia in lavatrice, si nasconde nel cassetto oppure se lo mangia la tartaruga. Il fatto è che il conto non torna mai.
Il calzino fuggitivo a volte ritorna, quando ormai avevo perso le speranze e subito ne sparisce un altro. Forse giocano tutti quanti a nascondino e ovviamente a qualcuno tocca cuccare. E’ un problema diffuso, ed è uno dei misteri più misteriosamente misteriosi che inquietano il genere umano.
Ceste di calzini spaiati che, dico io, dicono tutti, pure se fossero andati a finire sotto il letto, dietro i mobili, in un altro bucato, dentro a una scarpa, prima o poi uscirebbero fuori e si riappaierebbero, e invece no: il secondo calzino scompare inghiottito da qualche entità astrale, scompare nel buco dell’ozono....e tentare di interrogare i miei animali domestici ?…magari ne sanno più di quanto possa immaginare.
Qualcuno dice che, lavati in bucati diversi, magari si tingono e uno non li riconosce più come coppia: niente di più falso. I calzini spaiati hanno fogge completamente diversi, e non credo che il bucato cambi loro anche la trama del tessuto, il modello e il disegno.
L’unica soluzione che ho trovato sarebbe quella di comprare tutti i calzini uguali, ma tutti tutti. Così non sarebbero più spaiati, solo ogni tanto qualcuno rimarrebbe da solo, per un po’ di tempo, ma almeno la mattina non impazzirei a vestirmi...

...ma il mistero non sarebbe comunque risolto.

mercoledì 3 marzo 2010

La scatola dei calzini perduti, di Vauro Senesi




E’ in libreria il nuovo romanzo di Vauro, il famigerato vignettista al centro di numerose polemiche per i suoi interventi ad Anno zero. Torna a parlare in questo nuovo libro di persone ai margini. Il protagonista è Madut, un ragazzo del Sudan figlio di una popolazione di pastori che, giunto a Roma per sfuggire alla guerra, si ritrova in una lavanderia a gettoni a mettere da parte in una scatola i calzini dimenticati dai clienti.
La sua storia si intreccia con quelle di altri immigrati, ma anche di prostitute, preti e poliziotti. Alcuni di loro si muovono di soppiatto nella bella capitale, che in apparenza accoglie, ma poi relega in pochi spazi adibiti ai diversi. Dice l’autore: “Questo libro ha un titolo particolare, La scatola dei calzini perduti, perché i calzini sono quelle cose che rivestono i nostri piedi, che ci permettono di camminare, di spostarci, di muoverci e questo libro parla di cammini. In particolare del cammino di un africano che viene da una tribù di persone che vivono a stretto contatto con le mandrie.”
Vauro è stato in quei luoghi di cui parla e ha conosciuto la gente della tribù dei dinka, che definisce dotata di “un’allegria quasi magica”. Non è questo, come si potrebbe pensare, un romanzo sulla tragedia dell’immigrazione, perché Madut si ritrova a Roma per caso, non arriva su un barcone, ma in aereo e lui stesso non si percepisce come immigrato; si vede più portato in un luogo diverso da qualche forza magica.

La scatola dei calzini perduti
Vauro Senesi
Piemme, 2009
€ 17,50

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