Il mistero del calzino spaiato

C’è una questione grave che non riesco mai a risolvere, è il mistero del calzino scomparso.
Per quanto mi impegni, e giuro lo faccio veramente, spesso e volentieri mi ritrovo con i calzini spaiati.
Non ho ancora scoperto come questo succeda, se scompaia in lavatrice, si nasconde nel cassetto oppure se lo mangia la tartaruga. Il fatto è che il conto non torna mai.
Il calzino fuggitivo a volte ritorna, quando ormai avevo perso le speranze e subito ne sparisce un altro. Forse giocano tutti quanti a nascondino e ovviamente a qualcuno tocca cuccare. E’ un problema diffuso, ed è uno dei misteri più misteriosamente misteriosi che inquietano il genere umano.
Ceste di calzini spaiati che, dico io, dicono tutti, pure se fossero andati a finire sotto il letto, dietro i mobili, in un altro bucato, dentro a una scarpa, prima o poi uscirebbero fuori e si riappaierebbero, e invece no: il secondo calzino scompare inghiottito da qualche entità astrale, scompare nel buco dell’ozono....e tentare di interrogare i miei animali domestici ?…magari ne sanno più di quanto possa immaginare.
Qualcuno dice che, lavati in bucati diversi, magari si tingono e uno non li riconosce più come coppia: niente di più falso. I calzini spaiati hanno fogge completamente diversi, e non credo che il bucato cambi loro anche la trama del tessuto, il modello e il disegno.
L’unica soluzione che ho trovato sarebbe quella di comprare tutti i calzini uguali, ma tutti tutti. Così non sarebbero più spaiati, solo ogni tanto qualcuno rimarrebbe da solo, per un po’ di tempo, ma almeno la mattina non impazzirei a vestirmi...

...ma il mistero non sarebbe comunque risolto.

giovedì 12 gennaio 2012

Psicologia della Relazione d’aiuto: 14-15 gennaio '12


Psicologia della Relazione d’aiuto

All’interno degli step formativi del corso per Volontari del Sorriso, il modulo di Psicologia della relazione d’aiuto ha l’intento di fornire delle fondamentali informazioni e delle “chiavi di lettura”:

  • Verso sé stessi: come gestire le proprie emozioni, come mantenere i confini di personalità, come mantenere un equilibrio

  • Verso l’utenza: come lavorare con le diverse utenze

  • Verso il contesto: per contesto intendiamo non solo il contesto di intervento  (l’ospedale, la casa di riposo…) ma anche lo stesso far parte di un’associazione ed esserne rappresentante. Questo vuol dire “viversi ad un livello collettivo” .

Si proporrà un breve excursus tra alcune teorie psicologiche che fanno da caposaldo alla comprensione – di sé e dei contesti -  e alle tecniche che ci pongono in maniera corretta all’interno della relazione d’aiuto, dall’ascolto al con-tatto all’utilizzo del pensiero magico,  degli oggetti e del proprio corpo…. Nell’ottica del rispetto, della delicatezza e del “dare e ricevere in amore”.
Ci sarà l’occasione di giocare. Sperimentarsi in laboratori di trasformazione degli oggetti, racconta storie, e in visualizzazioni guidate.
Sarà un occasione per conoscere meglio se stessi, nella consapevolezza che il vero ascolto di sé permette il vero incontro con l’altro.