Il mistero del calzino spaiato

C’è una questione grave che non riesco mai a risolvere, è il mistero del calzino scomparso.
Per quanto mi impegni, e giuro lo faccio veramente, spesso e volentieri mi ritrovo con i calzini spaiati.
Non ho ancora scoperto come questo succeda, se scompaia in lavatrice, si nasconde nel cassetto oppure se lo mangia la tartaruga. Il fatto è che il conto non torna mai.
Il calzino fuggitivo a volte ritorna, quando ormai avevo perso le speranze e subito ne sparisce un altro. Forse giocano tutti quanti a nascondino e ovviamente a qualcuno tocca cuccare. E’ un problema diffuso, ed è uno dei misteri più misteriosamente misteriosi che inquietano il genere umano.
Ceste di calzini spaiati che, dico io, dicono tutti, pure se fossero andati a finire sotto il letto, dietro i mobili, in un altro bucato, dentro a una scarpa, prima o poi uscirebbero fuori e si riappaierebbero, e invece no: il secondo calzino scompare inghiottito da qualche entità astrale, scompare nel buco dell’ozono....e tentare di interrogare i miei animali domestici ?…magari ne sanno più di quanto possa immaginare.
Qualcuno dice che, lavati in bucati diversi, magari si tingono e uno non li riconosce più come coppia: niente di più falso. I calzini spaiati hanno fogge completamente diversi, e non credo che il bucato cambi loro anche la trama del tessuto, il modello e il disegno.
L’unica soluzione che ho trovato sarebbe quella di comprare tutti i calzini uguali, ma tutti tutti. Così non sarebbero più spaiati, solo ogni tanto qualcuno rimarrebbe da solo, per un po’ di tempo, ma almeno la mattina non impazzirei a vestirmi...

...ma il mistero non sarebbe comunque risolto.

venerdì 24 settembre 2010

giovedì 23 settembre 2010

La vita è un pellegrinaggio...

...e se non consegui l’amore, resta solo un girovagare senza meta; giri in tondo: un viaggio senza meta sarà inevitabilmente nevrotico, senza una rotta. E se ti muovi a caso, o nella direzione sbagliata, o in tutte le direzioni contemporaneamente, la vita inizierà a collassare.
Ecco cos’è la nevrosi: il collasso dell’energia dovuto al non saper dove andare, cosa fare, cosa essere. E tutto questo genera una paura costante.
Ecco perché la gente vive trepidando: forse nasconde il suo tremito, lo maschera, ma la vita delle persone comuni si fonda sulla paura. Ed è per questo che la gente ha paura dell’intimità: teme che l’altro possa vedere il suo buco nero, se si avvicinasse troppo.
Intimità viene da una radice latina, intimum, che significa “interiorità”, è la tua essenza più intima: se non hai nulla dentro di te, non potrai essere in intimità con nessuno. E non potrai permettere a nessuno di avvicinarsi troppo: vedrebbe quel buco, la ferita da cui spurga il pus. Quella persona vedrebbe che non sai chi sei, non sai dove stai andando, non hai neppure udito il tuo canto, la tua vita è nel caos, non è affatto un cosmo; da qui la paura dell’intimità.
Perfino gli amanti diventano intimi molto raramente: il semplice avere una relazione sessuale con qualcuno non è intimità.
Intimità è permettere all’altro di entrare in te, vederti come ti vedi, è permettere all’altro di vederti dall’interno, lasciare che scenda nell’essenza più intima del tuo essere. Nel mondo moderno sta scomparendo: perfino gli amanti non sono più intimi, e l’amicizia adesso è solo una parola vuota.
Il motivo è questo: non c’è nulla da condividere. E chi vuole mostrare la propria povertà interiore? Tutti vogliono fingere di essere ricchi, di essere realizzati, di essere saldi e forti, di sapere dove stanno andando. Nessuno è pronto, né ha il coraggio di aprirsi e mostrare il proprio caos interiore; nessuno vuole essere vulnerabile: l’altro potrebbe sfruttarti, è un timore fondato; l’altro potrebbe dominarti, vedendoti così confuso.
Vedendo che hai bisogno di un Maestro, potrebbe imporsi; ecco perché tutti cercano di proteggersi…il mondo si fonda sullo sfruttamento e sulla manipolazione.
Sappi dunque che l’amore è la metà: nel momento in cui la meta ti è chiara, inizi a sviluppare una ricchezza interiore. La ferita scompare e diventa un fiore di loto; quello è il miracolo dell’amore, la sua magia. L’amore è la più grande forza alchemica che esista al mondo: coloro che sanno come usarla possono raggiungere la vetta più elevata dell’essere. Coloro che non la sanno usare restano a strisciare nei recessi più bui dell’esistenza, non raggiungono mai le vette più assolate della vita. L’amore è la chiave di volta: da quest’istante inizia un pellegrinaggio d’amore.

lunedì 20 settembre 2010

L'Arte di Vivere




C’è una certa morbosità in questa pulsione a consumare sempre di più, ed esiste il pericolo che un individuo pervaso dal proprio bisogno di consumare non risolva il problema della propria passività, del proprio vuoto interiore, dell’ansia e della depressione che nascono dal non riuscire a dare senso alla propria vita.

L’antico testamento afferma che il peggior peccato degli ebrei è stato di vivere senza gioia nell’abbondanza. Io temo si possa affermare che anche oggi benché si vivano molte esperienze piacevoli e eccitanti si provi ben poca gioia in tutta quest’abbondanza.
Anche il concetto di felicità è legato al consumo, se volessimo affrontare  il tema da un punto di vista filosofico dovremmo risalire all’essenza e  alla psicologia dell’Illuminismo.
Se però oggi chiediamo a una persona che cosa alla fine la rende felice, la risposta sarà che la felicità è potersi permettere tutto quanto si desidera, questo è il concetto di felicità più popolare e probabilmente più diffuso tra gli uomini, che sul consumo si fonda non soltanto la libertà ma anche la felicità, e l’unico ostacolo su questa via è di non possedere denaro sufficiente per consumare tutto ciò che si vorrebbe consumare, ma consumare non rende felici anche se la maggior parte degli uomini ritengono che sarebbero più felici se il loro tenore di vita fosse più alto. 

Molte inchieste, ma anche un semplice sguardo intorno a noi ,dimostrano che così non è. L’uomo è felice quando mette in azione le proprie forze, quando sperimenta se stesso come persona attiva nel mondo.

di Mario Benedetti, scrittore uruguaiano (1920-2009)

giovedì 16 settembre 2010

Ebbene si,...lo ammetto .-)
















Ho avuto la fortuna di conoscere persone talmente belle, da stravolgere totalmente il mio concetto di bellezza. Vi dico Grazie per essere nella mia vita
Ed eccomi qua, a scrivervi e ringraziarvi. Ognuno di voi e tanti altri ancora, a suo modo mi ha lasciato senza parole. Inizialmente non capivo cos'era... A un certo punto i miei occhi hanno cominciato a emozionarsi...Voi siete il regalo più bello che potessi desiderare. Davvero.
E allora vi dico che sono felice e orgoglioso di avere incontrato degli Amici come voi... mi date le motivazioni giuste per continuare e cercare di fare sempre meglio, per potervi dire: "Ecco, questo è il mio nuovo lavoro per voi".
Grazie ancora. Conservo tutti voi, piccoli tesori miei, dentro il mio cuore
Un abbraccio immenso
Calzino

lunedì 13 settembre 2010

Il valore delle parole

L’importanza di dire le cose vere nel momento giusto (estratto da “Il potere delle parole” di Hal Urban)
    Le parole gentili costano poco ma rendono molto, possono addirittura cambiarci la vita.

“Le parole hanno il potere di distruggere o di risanare. Quando sono vere e gentili, possono cambiare il mondo” (Buddha)

Ciò che dite e il modo in cui lo dite, può davvero essere importante; spesso parliamo senza pensare e senza essere consapevoli dell’influsso che hanno le nostre parole. Eppure quell’influsso può essere straordinario tanto sugli altri quanto su noi stessi.
Abbiamo bisogno di accrescere la nostra consapevolezza del male che le nostre parole possono fare, e di essere stimolati a riflettere sul fatto che possiamo controllare la nostra lingua. Alcune parole, benché significhino poco sul momento per chi le dice, possono avere un effetto enorme; le parole che spesso diciamo sbadatamente, o lasciandoci trasportare dall’emotività, possono avere un influsso di lunga, lunghissima durata.
Oggi il linguaggio risente di una certa mancanza di educazione. E’ spesso crudo, rabbioso, scortese, in ogni ambiente sociale e in quasi tutte le fasce di età. Il miglior strumento di cui disponiamo per rendere una comunità più civile, virtuosa, corretta è il linguaggio; esso contiene migliaia di parole meravigliose, positive, che promuovono e valorizzano la vita.
Parole gentili dette con garbo, placano spesso un animo superbo; mentre spezzano sovente i vincoli d’amore parole sgarbate, dette con rancore
  

§         “Pietre e bastoni possono spezzarmi le ossa, ma le parole possono spezzarmi il cuore”.


§         Certe parole provocano profonde ferite e spesso lasciano cicatrici che richiedono molto tempo per guarire.

§         Una volta detta una cosa, non potete più rimangiarvela. E le parole che per essere pronunciate richiedono un secondo possono causare un dolore che dura per anni.

§         Le due frasi che più hanno il potere di risanare un rapporto in crisi sono anche le due che ci riesce più difficile dire: “avevo torto”, “Mi dispiace”.

§         “La vera arte della conversazione non sta soltanto nel dire la cosa giusta al momento giusto, ma, ancor più difficile, nel trattenersi dal dire la cosa sbagliata quando si è tentati di farlo”.

§         Non ci rendiamo conto di quanto spesso ci lamentiamo; più abbiamo e più la vita è facile, più ci lamentiamo. Non compiangersi, non disperarsi, non diventare cattivi, acidi .. focalizzarsi sulle cose che funzionano nella vita ed esserne grati.

§         Noi siamo ciò che siamo per via di ciò che ci entra in  mente.

§         Nella quiete del primo mattino con una tazza di caffè fumante, qualcosa di incoraggiante da leggere ha un effetto positivo per il resto della giornata.

§         Fare in modo che i cuori da cui le nostre parole escono abbiano in sé qualcosa di buono.

§         L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae volta fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore (luca 6,45).

§         Ogni volta che apriamo bocca riveliamo qualcosa di noi stessi.

§         Le nostre parole sono il riflesso di quanto sta accadendo dentro di noi … esaminando il nostro linguaggio riusciamo a conoscerci meglio.

§         Anche quando cerchiamo di nascondere  i nostri sentimenti le nostre parole rivelano ciò che è riposto in noi.

§         “Il bene più lo si diffonde, più cresce rigoglioso”

§         Rispettate il potere delle parole, sceglietele con cura (antico detto cinese)

§         “La nostra vita è determinata dalle scelte, non dal caso”. Una delle scelte importanti riguarda il modo in cui trattiamo gli altri: “Possiamo avvilirli o rincuorarli. Possiamo essere egoisti e irrispettosi o generosi, gentili e disponibili” e facciamo queste cose principalmente attraverso il linguaggio.

§         Rendersi conto dell’influsso che la nostra scelta delle parole può avere sugli altri: * alcune parole entrano nel nostro corpo e ci fanno sentire bene, pieni di speranza, felici, pieni di energia, entusiasti e scherzosi e allegri. * oppure possono abbatterci, entrano nel nostro corpo e ci fanno sentire tristi, amareggiati, depressi e alla fine ci fanno ammalare  -  rendersi conto del potere di cui dispongono le parole se solo sono scelte saggiamente.

§     Come salutiamo il nostro prossimo è una scelta: i buoni saluti creano rapporti migliori, maggior energia, maggior divertimento.

§         “non è tanto ciò che dici, quanto come lo dici. Non è tanto il linguaggio che usi, quanto il tono in cui lo porgi”.

§         Il tono della nostra voce può essere altrettanto e, talvolta, anche più importante delle parole che usiamo.

§         I nostri corpi parlano … sorrisi e gesti amichevoli sono l’accompagnamento ideale di parole gentili.

§         “Se vuoi avvicinarti a chi ti sta intorno, sii consapevole del potere della comunicazione, che è in mano tua”.

§         Un tocco gentile o un abbraccio caloroso, offerti nel contesto opportuno, possono essere un modo estremamente valido per rafforzare le nostre parole.

§         Talvolta, tacere è la decisione più saggia.

§         Sviluppare l’abitudine di pensare prima di parlare (scegliere con maggior attenzione le parole) è il primo passo verso una migliore capacità verbale.

§         “voi potete facilmente accrescere la somma totale della felicità di questo mondo. Come? Elargendo qualche parola di sincero apprezzamento a qualcuno che è solo e scoraggiato. Voi forse domani avrete già dimenticato le parole gentili dette oggi, ma chi le riceverà le terrà care per tutta la vita”.

§         “Il miglior uso che ciascuno di noi può fare di ogni giorno è gioirne, e poi estendere ad altri la propria gioia. Celebriamo l’oggi”.

§         Ci sono tante buone cose da dire: tutto ciò che dobbiamo fare è guardarci intorno.

§         Cercate il bene, negli altri e in ogni situazione.

§         Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri (lettera ai filippesi 4,8).

§         Cercate il bene anziché il male, il giusto anziché l’iniquo, la bellezza anziché la bruttura, la gioia anziché il dolore. Fatelo, e avrete sempre qualcosa di buono da dire.

§         Ogni parola che diciamo è un’opportunità di mutare il male in bene.

§         Sono convinto che il mondo sarebbe un posto migliore e più felice, se imparassimo a parlare più di ciò che funziona che di ciò che non va. Abbiamo così tanto da celebrare!

§         Anziché focalizzarsi sugli errori, porre l’accento su ciò che ha fatto o che avrebbe potuto fare.

§         Quando facciamo bene qualcosa, e questo ci viene riconosciuto, siamo stimolati a fare ancora meglio in futuro: un elogio sincero fa emergere il meglio che c’è in noi.

§         Se lo vogliamo, possiamo cambiare le nostre abitudini e i nostri schemi di linguaggio: riconoscere il problema è il primo passo per risolverlo.

§         Le nostre parole scaturiscono da ciò che immagazziniamo nella nostra mente.

§         Le parole buone che entrano in noi all’inizio della giornata possono avere un effetto positivo sul modo in cui parliamo per il resto della giornata.

§         “Il bisogno più profondo della natura umana è il desiderio di sentirsi importanti”: troppe persone hanno la sensazione di non contare, di non essere importanti.

§         Non c’è nulla di più importante di un incoraggiamento.

§         “ciascuno di noi attraversa momenti in cui si trova a un bivio e non sa che direzione prendere. Poi arriva qualcuno che ci dice le parole giuste che ci fanno decidere”. Queste parole ci restano impresse e restano con noi per il resto della nostra vita.

§         Guardatevi intorno. Troverete tante persone che arricchiscono la vostra qualità di vita. Diteglielo. La maggior parte di loro ha bisogno di sentirselo dire, di tanto in tanto. Farete sentire bene due persone: l’altra e voi stessi.


giovedì 9 settembre 2010

Se una scrivania in disordine denota uno spirito confusionario, che dire di una scrivania vuota?” A. Einstein

Devo ammetterlo…pur facendo di tutto alla fine ritorna….il disordine dico!
Proprio non riesco! Eppure i buoni propositi ci sono tutti…ma la mia stanza si riempie ogni volta che tento di rimettere le cose a posto (calzini compresi….s’intende eh eh eh ehe hehehehehe).
Quest’estate guardavo la mia auto…e pensavo “fosse ancora più grande chissà cosa ci metterei dentro..una seconda casa…tutto alla rinfusa…”
In un dato istante sembrava addirittura che la marea di roba (tenda, zaini, sacchi a pelo…valigia clown…cianfrusaglie varie..ecc ecc) si fosse stufata di stare nel portabagagli (già molto ampio) e avesse voglia di stare lì sul sedile posteriore a godersi il viaggio come appoggiata allo schienale anteriore - sorniona e beata, interessata sommariamente ai discorsi che facevo.
In tutto questo c'è chi dice che non posso appartenere al segno zodiacale al quale la stella mi ha affidato..."no no, sarai un gemelli!!!" Bohhhhhh.....mi chiedo "ma perchè sono in due? uno ordina e l'altro passa e fa un casino?"  

Alla fine delle vacanze, tornato in ufficio ritrovo la mia scrivania………il Kaos…così come l’avevo lasciata….un po’ meno devo dir la verità…(sante manine della ragazza che mette in ordine!!!)……ma pur sempre inagibile. Ed è lì che mi incomincio a preoccuparmi…. mi metto allora alla ricerca sulla rete di non so quale risposta, forse un pò per tranquillizzarmi...e...UDITE UDITE....ecco cosa trovo...Disordinati cronici, dalle scrivanie d’ufficio caotiche e “scompigliate”, aprite bene le orecchie:
il disordine funziona, mentre l’ordine fa perdere tempo prezioso. Probabilmente, in cuor vostro, l’avete sempre saputo, ma a sostenervi vi è addirittura un professore di management della Columbia University, Eric Abrahamson , che ha dedicato un intero libro all’argomento.
La sua tesi: il lavoratore disordinato impiegherebbe il 36% di tempo in meno, rispetto ai colleghi, a ritrovare i documenti di cui ha bisogno, rendendosi così indispensabile al buon funzionamento dell’impresa. La possibilità, inoltre, di trovare un numero di telefono perso, un’idea annotata o un documento importante, aumenterebbe di gran lunga nel “caos organizzato” del tavolo da lavoro. Senza tener conto che un eccesso di rigidità e ordine porrebbero non pochi ostacoli alla creatività…
D’altra parte Einstein stesso osservava: “Se una scrivania in disordine denota uno spirito confusionario, che dire di una scrivania vuota?”…
Evviva allora cartelloni, fogli, foglietti, libri e penne sparse in ogni angolo del piano; pc, telefoni e matasse di fili di corrente…e che la confusione cominci a dare i suoi frutti!!

domenica 5 settembre 2010

venerdì 3 settembre 2010

PREAMBOLO ALLE ISTRUZIONI PER CARICARE L'OROLOGIO - JULIO CORTAZAR

Pensa a questo:
quando ti regalano un orologio, ti regalano un piccolo inferno fiorito, una catena di rose, una cella d’aria.
Non ti danno soltanto l’orologio, tanti, tanti auguri e speriamo che duri perchè è di buona marca, svizzero con àncora di rubini;
non ti regalano soltanto questo minuscolo scalpellino che ti legherai al polso e che andrà a spasso con te. Ti regalano – non lo sanno, il terribile è che non lo sanno -, ti regalano un altro frammento fragile e precario di te stesso, qualcosa che è tuo ma che non è il tuo corpo, che devi legare al tuo corpo con il suo cinghino simile a un braccetto disperatamente aggrappato al tuo polso.
Ti regalano la necessità di continuare a caricarlo tutti i giorni, l’obbligo di caricarlo se vuoi che continui ad essere un orologio;
ti regalano l’ossessione di controllare l’ora esatta nelle vetrine dei gioiellieri, alla radio, al telefono.
Ti regalano la paura di perderlo, che te lo rubino, che ti cada per terra e che si rompa.
Ti regalano la sua marca, e la certezza che è una marca migliore delle altre, ti regalano la tendenza a fare il confronto fra il tuo orologio e gli altri orologi.
Non ti regalano un orologio, sei tu che sei regalato, sei il regalo per il compleanno dell’orologio.

Oggi sento di scrivere questo....in sonorità portoghese


Non respingere i sogni perché sono sogni.

Tutti i sogni possono essere realtà, se il sogno non finisce.

La realtà è un sogno.

Se sogniamo che la pietra è pietra, questo è la pietra.

Ciò che scorre nei fiumi non è acqua, è un sognare, l'acqua, cristallina.

La realtà traveste il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".

Ma mai si dilegua, mai passa, se fingiamo di credere che è più che un sogno.

E viviamo sognandola.

Sognare è il mezzo che l'anima ha perché non le fugga mai ciò che fuggirebbe se smettessimo di sognare che è realtà ciò che non esiste.

Muore solo un amore che ha smesso di essere sognato fatto materia e che si cerca sulla terra.

Pedro Salinas