Il mistero del calzino spaiato

C’è una questione grave che non riesco mai a risolvere, è il mistero del calzino scomparso.
Per quanto mi impegni, e giuro lo faccio veramente, spesso e volentieri mi ritrovo con i calzini spaiati.
Non ho ancora scoperto come questo succeda, se scompaia in lavatrice, si nasconde nel cassetto oppure se lo mangia la tartaruga. Il fatto è che il conto non torna mai.
Il calzino fuggitivo a volte ritorna, quando ormai avevo perso le speranze e subito ne sparisce un altro. Forse giocano tutti quanti a nascondino e ovviamente a qualcuno tocca cuccare. E’ un problema diffuso, ed è uno dei misteri più misteriosamente misteriosi che inquietano il genere umano.
Ceste di calzini spaiati che, dico io, dicono tutti, pure se fossero andati a finire sotto il letto, dietro i mobili, in un altro bucato, dentro a una scarpa, prima o poi uscirebbero fuori e si riappaierebbero, e invece no: il secondo calzino scompare inghiottito da qualche entità astrale, scompare nel buco dell’ozono....e tentare di interrogare i miei animali domestici ?…magari ne sanno più di quanto possa immaginare.
Qualcuno dice che, lavati in bucati diversi, magari si tingono e uno non li riconosce più come coppia: niente di più falso. I calzini spaiati hanno fogge completamente diversi, e non credo che il bucato cambi loro anche la trama del tessuto, il modello e il disegno.
L’unica soluzione che ho trovato sarebbe quella di comprare tutti i calzini uguali, ma tutti tutti. Così non sarebbero più spaiati, solo ogni tanto qualcuno rimarrebbe da solo, per un po’ di tempo, ma almeno la mattina non impazzirei a vestirmi...

...ma il mistero non sarebbe comunque risolto.

lunedì 12 aprile 2010

La crisi secondo Albert Einstein

Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle allo stesso modo.
La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perchè è proprio la crisi a portare il progresso.
La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni.
La vera crisi è la crisi dell'incompetenza.
Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti.
E' nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora, perchè senza crisi qualsiasi vento è una carezza.
Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo.
Invece di questo, lavoriamo duro!
L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla...

Las Gaviotas, comunità che da sempre utilizza energie rinnovabili


Sembra una fiaba per bambini, ma è realtà. Una comunità nel profondo della giungla selvaggia della Colombia, vive nonostante sia stata tagliata fuori dalla società quasi 40 anni fa. Dopo che il resto del mondo le ha voltato le spalle, all’improvviso ha attirato un grande interesse. Si è scoperto che questa comunità ha trovato qualcosa di cui il resto del mondo ha bisogno: l’energia. E non solo una nuova fonte di approvvigionamento, ma qualcosa di ancora migliore. Hanno capito come essere sostenibili, senza influenze o risorse esterne. La sua storia è raccontata dal New York Times.
Nel 1960 un italiano emigrato in Colombia, Paolo Lugari, mentre viaggiava attraverso il Paese, si fermò in un terreno abbandonato e immaginò un intero villaggio davanti ai suoi occhi. Il terreno era così povero e la zona così remota che i visitatori dovevano passare punti di controllo della guerriglia o volare fino lì, così nessuno aveva deciso di viverci. Lugari voleva trovare uno dei luoghi più complicati in cui vivere e vedere se riusciva a farlo funzionare. Questo era prima della crisi petrolifera degli anni ‘70, ma anche allora sapeva che il carburante e le altre risorse un giorno sarebbero diventate scarse.
Oggi ci sono 200 abitanti che non hanno armi, nessuna forza di polizia, non ci sono automobili, né sindaco, nessuna chiesa, nessun prete, nessun cellulare, niente televisione, niente internet. Nessuno degli abitanti di Gaviotas ha un titolo di studio o un posto di lavoro.
Ma allora cosa c’è di speciale? Quando si vive in mezzo al nulla, bisogna essere creativi. Oggi ad esempio hanno un bollitore solare per sterilizzare l’acqua e la cucina solare; un progetto di 19.800 ettari di rimboschimento con specie scelte per la produzione di resine per i biocarburanti, ma anche per la creazione di condizioni per cui altre piante autoctone possano prosperare. L’energia prodotta dall’altalena per bambini alimenta la pompa idrica locale.
Il progetto di rimboschimento è uno di quelli di maggior successo al mondo, considerando che tutto il mondo intorno è ancora un deserto tropicale. Ad esempio gli abitanti di Las Gaviotas usano la resina degli alberi per alimentare le loro moto e trattori, e vendono la produzione in eccesso, anche a colossi come la Cina. Un posto in cui non ci sono guerre e nessuno soffre la fame. Sembra un pezzo di Paradiso in Terra. Un Paradiso sostenibile.
Alcune popolazioni mondiali, come quelle menzionate, non hanno scoperto le energie rinnovabili prima di noi. Semplicemente non le hanno mai abbandonate!
Noi stessi in qualche misura eravamo abituati a sfruttare il sole, il vento, il mare, ma poi abbiamo scoperto il carbone e il petrolio.
Non abbiamo scoperto nulla di nuovo, solo un nuovo modo di sfruttare cose che già conoscevamo
Fonte: [Treehugger]

giovedì 8 aprile 2010

L'Aquila: la notte per non dimenticare



Nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009, si scatena l'apocalisse con una scossa di 5,8 gradi della scala Richter che in pochi minuti distrugge gran parte del centro storico dell'Aquila e molti paesi vicini. Il bilancio è pesantissimo: 308 le vittime, 1.600 i feriti, decine di migliaia gli sfollati.

L'Aquila, 6 apr. - Migliaia di fiaccole all'Aquila per ricordare le vittime de terremoto. Era la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009: alle 3.32 del mattino si scatena l'apocalisse con una scossa di 5,8 gradi della scala Richter che in pochi minuti distrugge gran parte del centro storico dell'Aquila e molti paesi vicini. Il bilancio è pesantissimo: 308 le vittime, 1.600 i feriti, decine di migliaia gli sfollati. Tra i paesi distrutti c'è anche Onna, che, rasa completamente al suolo, diverrà il simbolo della tragedia.
La macchina dei soccorsi si attiva immediatamente e all'Aquila arrivano anche tantissimi volontari che si mobilitano da tutta Italia. Tante le persone che vigili del fuoco e protezione civile riescono a estrarre vive dalle macerie: Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Medicina, viene salvata dopo 23 ore; Eleonora Calesini, 21 anni, di Mondaino, dopo 42 ore, Maria D'Antuono, 98 anni, di Tempera, viene trovata viva dopo 30 ore, e racconterà di averle trascorso lavorando all'uncinetto. I feriti vengono ricoverati negli ospedali di Avezzano, Pescara, Chieti, Ancona, Roma, Rieti, Foligno e Terni.Tra le vittime del sisma alcuni nomi noti: Lorenzo Sebastiani, giovane rugbysta dell'Aquila Rugby, Lorenzo Cini, pallavolista in serie B, Giuseppe Chiavaroli, calciatore di eccellenza, quasi l'intera famiglia del capo della redazione dell'Aquila del quotidiano 'il Centro', Giustino Parisse, che, nel crollo della casa di famiglia, proprio a Onna, perde i due figli, Domenico e Maria Paola, e il padre.
Ma quella del 6 aprile non è l'unica scossa che colpisce L'Aquila e nei due mesi successivi la terra continua a tremare. In quell'arco di tempo si registrano oltre 35mila scosse, una media di una scossa ogni due minuti e mezzo. L'Aquila, già devastata, è costretta ad affrontare la paura costante di un nuovo sisma e ad allontanare il ricordo di quella tragica notte. Ecco una cronologia di quella prima tragica settimana:
6 APRILE: Sono le 3,32 quando una scossa di magnitudo 5.8 della scala Richter devasta l'Aquila e molti dei paesi vicini. Il sisma viene avvertito in tutto il Centro Italia, fino a Napoli. Onna è il paese piu colpito: il 70% dell'abitato viene distrutto dalla violenza del terremoto. Immediatamente scattano soccorsi e solidarietà da tutta Italia. 
Il governo, in una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri, approva lo stato di emergenza, conferisce i poteri di attuazione degli interventi d'emergenza al Commissario delegato Guido Bertolaso e stanzia 30 milioni di fondi per i primi giorni. Alla fine della giornata si stimano 150 morti, 1.500 feriti e 70mila sfollati. Ma il bilancio è destinato a crescere. Sono 100 invece le persone estratte vive grazie all'opera delle squadre di soccorso dei Vigili del fuoco.
7 APRILE: Alle 2 del mattino un applauso liberatorio saluta il salvataggio di Marta, 24 anni, rimasta per più di 23 ore prigioniera tra le macerie. Vengono trovati morti gli ultimi quattro ragazzi sepolti nella Casa dello Studente. In salvo anche una donna di 98 anni, che era già scampata al terremoto della Marsica nel 1915. I numeri sulle vittime del sisma sono discordanti. La Protezione civile parla di 207 morti, il 118 dell'Aquila di 211 mentre altre fonti aggiornano il bilancio a 228. Alle 19.42 un'altra forte scossa di magnitudo 5,3 della scala Richter provoca una vittima a Santa Rufina di Roio, piccola frazione dell'Aquila, e il crollo della Basilica di piazza Duomo. In nottata una ragazza viene estratta viva dopo 42 ore sotto le macerie. E' Eleonora Calesini, 21 anni.
8 APRILE: Si scaverà fino a Pasqua, mentre i funerali sono annunciati per il 10 aprile alle 11.
Il Vaticano lancia un appello a tutti i laboratori di restauro d'Italia affinché adottino un'opera d'arte ''mobile'', cioè trasportabile, rimasta danneggiata nel sisma.
9 APRILE: Si aggrava il bilancio delle vittime, che salgono a 281, venti delle quali hanno meno di 16 anni, mentre una nuova scossa di 3,6 gradi di magnitudo nella Scala Richter colpisce la zona. Napolitano, in visita all'Aquila, invita a un ''esame di coscienza collettivo sulle responsabilità".
10 APRILE: Il cardinale Tarcisio Bertone celebra con il vescovo dell'Aquila i funerali di Stato. Le bare allineate sul piazzale della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito sono 205. Presenti tutte le massime autorità. Il bilancio sale a 289 vittime, delle quali 20 bambini, mentre non si ferma lo sciame sismico.
11 APRILE: Sale a 293 il bilancio delle vittime, mentre tutti i dispersi segnalati sono stati trovati, vivi o morti. Si smette di scavare.
12 APRILE: La messa di Pasqua viene celebrata nelle tendopoli d'Abruzzo.
13 APRILE: Scattano le prime verifiche sugli immobili: il 30% degli edifici risulta inagibile, il 50% agibile e il 20% agibile con interventi. Ma, a una settimana dal terremoto che ha messo in ginocchio l'Abruzzo, l'emergenza si chiama freddo. Per i giorni successivi si attendono temperature fino a 3 gradi, mentre pioggia e vento forte aumentano l'emergenza per il soccorso agli sfollati. La Protezione civile accelera il completamento delle strutture e la consegna di stufe negli oltre 100 campi di accoglienza disseminati tra L'Aquila e la provincia.